lunedì 28 gennaio 2013
mercoledì 23 gennaio 2013
Attenzione, attenzione!!!!
Con una pizza mangiata al circolo, si è aperto ufficialmente il cantiere dello spettacolo
Molina mon amour (con Simone Gabbriellini), che si terrà in piazzetta il 21 giugno prossimo, all'apertura della stagione estiva del Circolino.
Per informazioni chiedete a quest'omino qui sotto.
Organizza tutto lui e presenta......
Le musiche saranno di Carlo il Boccacci
Gli stuzzichini di Topino.
Molina mon amour (con Simone Gabbriellini), che si terrà in piazzetta il 21 giugno prossimo, all'apertura della stagione estiva del Circolino.
Per informazioni chiedete a quest'omino qui sotto.
Organizza tutto lui e presenta......
Le musiche saranno di Carlo il Boccacci
Gli stuzzichini di Topino.
martedì 22 gennaio 2013
IL Gruppo 76
Si chiamava così un gruppo di giovani che si riuniva nella "seconda stanza" accanto alla sezione del PCI, in fondo borgo.
Una sperimentazione di Sinistra di Bellezza
Ho trovato un valigione di roba di un tempo, dalla Piera (la mi' mamma)
e ruffola, ruffola ho tirato fuori uno di quei giornalini che allora si stampavano al ciclostile.
Senza censura, irriverenti e anche un po' sconbiccherati (per questo ci toccò in seguito la reprimenda dei vertici comunisti, che non erano portati al sorriso)
Ci sosteneva il maestro di popolo Tonfo.
Di lui e del Buzzigoli parleremo al Magazzino di Antonio, il 1 Febbraio.
Comune di San Giuliano Terme
Assessorato alla Cultura, all’Identità e alla Memoria storica
Giorno della Memoria 2013
18 anni di Progetto Memoria
Un ricordo di
Giuseppe Buzzigoli e Vittorio Sfingi
Interverranno:
Paolo Panattoni- Sindaco di San Giuliano Terme
Fabiano Martinelli-Assessore alla Cultura e alla Memoria Storica
Gabriele Santoni-Assessore alla legalità Provincia di Pisa
Mirella Vernizzi- Presidente ANPI San Giuliano Terme-Calci
Gianluca Fulvetti – Istituto storico della Resistenza di Lucca
Stefano Gallo -Università di Pisa
Anna Calloni- docente
Con la partecipazione della Filarmonica Sangiulianese
Venerdì 1 febbraio 2013, ore 16,30
Presso il Magazzino di Antonio (g.c.)
Via SS Abetone 257
Molina di Quosa
La cittadinanza è invitata
lunedì 21 gennaio 2013
domenica 20 gennaio 2013
Domenica mattina
Uno si alza un po' più tardi. Ciondola per casa. Legge la posta e poi compra i giornali. Stessa solfa.
E stamani non ne ho voglia... di leggere quello che so già... Un lampo, faccio un giro a piedi, anche se piove. Giovanna mi guarda, scuote la testa.
Porto la macchina fotografica.
Giro un po' in macchina e un po' a piedi.
Marina di Vecchiano, poi argine, pista ciclabile, Serchio.
Ad un tratto alzo la testa e vedo un paesino arroccato sul Monte Pisano.
Eccolo
e non posso che fotografarlo. Da lontano.
E lo saluto.
E stamani non ne ho voglia... di leggere quello che so già... Un lampo, faccio un giro a piedi, anche se piove. Giovanna mi guarda, scuote la testa.
Porto la macchina fotografica.
Giro un po' in macchina e un po' a piedi.
Marina di Vecchiano, poi argine, pista ciclabile, Serchio.
Ad un tratto alzo la testa e vedo un paesino arroccato sul Monte Pisano.
Eccolo
e non posso che fotografarlo. Da lontano.
E lo saluto.
lunedì 14 gennaio 2013
Astriflus
Udite, udite, è il tempo di una storia
fantasticante.
Ho ritrovato alcuni scritti di gioventù. Parlano di un Venusiano
che, giunto in un paese del lungomonte sangiulianese alla periferia di una città con la torre storta, si innamorò del fresco dei suoi platani e convinse il pittore del luogo, certo Ciccillo Timpano, a numerare gli scalini della piazza, dove i nullafacenti o meglio i "poeti del lavoro dolce" prendevano posto per discutere di tutto e niente. Mentre un cocomero ghiacciava sereno sotto la fonte, pronto per essere sgranato verso sera, prima dei fuochi d'artificio.
Perchè in quel paese lì, i fuochi d'artificio allora, si facevano tutte le sere.
Astriflus (figlio di Altersclofius, capostipite di una generazione di venusiani esploratori -curiosi e portatori di sentimento di bellezza e pace), questo era il nome del venusiano, capì che quella era la sua vita e si fermò.
Io diventai suo discepolo, "del nulla" e del lavoro dolce. Della pace e della bellezza.
Appresi il gusto dell'ozio e del fantasticare. Ma anche del rimuginar pensieroso e con garbo.
Poi una mattina nessuno lo incontrò, e siccome non dormiva, non poteva essere rimasto a letto.
Se n'era andato. Trovai un segno inequivocabile sotto i platani, al posto segnato col numero 3, dove sedeva di solito.Una manina disegnata con un gessetto rosso. Era un arrivederci sicuro.
Ma a quando....
In questi giorni, dopo quarant'anni di attesa, ha rimandato segnali e presto ne sentiremo parlare.
Quali segnali direte voi?????
Troppi steccolini di ghiacciolo lasciati in giro, nel pieno dell'Inverno. E lui mangiava solo quelli, all'arancio.
Sono certo di non sbagliarmi: Astriflus il Venusiano è tornato.
Speriamo porti consigli come tanti anni fa.
Pechè nella periferia dell'impero non si è smesso di chiacchierare sulle piazze e quella è la bellezza..
Ho ritrovato alcuni scritti di gioventù. Parlano di un Venusiano
che, giunto in un paese del lungomonte sangiulianese alla periferia di una città con la torre storta, si innamorò del fresco dei suoi platani e convinse il pittore del luogo, certo Ciccillo Timpano, a numerare gli scalini della piazza, dove i nullafacenti o meglio i "poeti del lavoro dolce" prendevano posto per discutere di tutto e niente. Mentre un cocomero ghiacciava sereno sotto la fonte, pronto per essere sgranato verso sera, prima dei fuochi d'artificio.
Perchè in quel paese lì, i fuochi d'artificio allora, si facevano tutte le sere.
Astriflus (figlio di Altersclofius, capostipite di una generazione di venusiani esploratori -curiosi e portatori di sentimento di bellezza e pace), questo era il nome del venusiano, capì che quella era la sua vita e si fermò.
Io diventai suo discepolo, "del nulla" e del lavoro dolce. Della pace e della bellezza.
Appresi il gusto dell'ozio e del fantasticare. Ma anche del rimuginar pensieroso e con garbo.
Poi una mattina nessuno lo incontrò, e siccome non dormiva, non poteva essere rimasto a letto.
Se n'era andato. Trovai un segno inequivocabile sotto i platani, al posto segnato col numero 3, dove sedeva di solito.Una manina disegnata con un gessetto rosso. Era un arrivederci sicuro.
Ma a quando....
In questi giorni, dopo quarant'anni di attesa, ha rimandato segnali e presto ne sentiremo parlare.
Quali segnali direte voi?????
Troppi steccolini di ghiacciolo lasciati in giro, nel pieno dell'Inverno. E lui mangiava solo quelli, all'arancio.
Sono certo di non sbagliarmi: Astriflus il Venusiano è tornato.
Speriamo porti consigli come tanti anni fa.
Pechè nella periferia dell'impero non si è smesso di chiacchierare sulle piazze e quella è la bellezza..
domenica 13 gennaio 2013
Beo
E' domenica. Le feste sono passate. Piove ed è una brutta giornata.
Ho sistemato le cose che mi servono per la riunione che avrò domani a Firenze. Aspetto la cena. Accendo la tv... Elezioni, alleanze, risultati delle partite, casini nel mondo. Notizia sull'influenza in America.
E come un lampo, a volte il cervello ti stupisce.
Influenza, dottore ....e la mente corre a un giorno di tanti anni fa. Siamo alla botteghina in piena estate. Tutti fuori seduti. Uno di noi in pantaloncini evidenzia un'erezione copiosa. Un altro lo guarda e gli dice-"Porca miseria, con questo caldo c'hai il pipo ritto?- e tutti a ridere. Lui sconsolato quasi a giustificarsi, risponde-"Sono stato dal dottore e mi ha detto che queste continue erezioni sono segno di debolezza. Mi ha ordinato una cura di vitamine"
Beo della Isolina, che è già in su con l'età, è appisolato in un angolo con gli occhi mezzo chiusi; gira la testa incredulo, guarda Piporitto e dice al volo:- "Ber mi bimbo, l'avessi la tu' debolezza!!!!!"
Parole sante.
Ho sistemato le cose che mi servono per la riunione che avrò domani a Firenze. Aspetto la cena. Accendo la tv... Elezioni, alleanze, risultati delle partite, casini nel mondo. Notizia sull'influenza in America.
E come un lampo, a volte il cervello ti stupisce.
Influenza, dottore ....e la mente corre a un giorno di tanti anni fa. Siamo alla botteghina in piena estate. Tutti fuori seduti. Uno di noi in pantaloncini evidenzia un'erezione copiosa. Un altro lo guarda e gli dice-"Porca miseria, con questo caldo c'hai il pipo ritto?- e tutti a ridere. Lui sconsolato quasi a giustificarsi, risponde-"Sono stato dal dottore e mi ha detto che queste continue erezioni sono segno di debolezza. Mi ha ordinato una cura di vitamine"
Beo della Isolina, che è già in su con l'età, è appisolato in un angolo con gli occhi mezzo chiusi; gira la testa incredulo, guarda Piporitto e dice al volo:- "Ber mi bimbo, l'avessi la tu' debolezza!!!!!"
Parole sante.
mercoledì 9 gennaio 2013
Mauro
Mauro Rossi, che abbraccio con affetto, ruffolando su Internet ha "scoperto" il mio blog.
Lo ricordate, il dottor Rossi.
Eccolo lì, nella foto col bimbetto.
Un piovuto ( causa matrimonio, poi conclusosi prima del tempo, con una bella bimba del luogo: l'Antonellina della Maria ) da Arena Metato, e subito ben integrato.
A lui il benvenuto. "Questa terra è la sua terra". Direbbe il poeta.
Dopo aver letto "qua e là" come dice lui, mi ha scritto.
Ecco qui sotto, in corsivo, quello che mi h scritto a più riprese; perchè nulla si censura.
Grande Mauro
e che la vita ti sorrida.
Io gli ho chiesto la foto......
Prima mail
Per caso
una sera su internet mi imbatto nel tuo libricino e nel tuo blog
be' anche se da" piovuto" qualcosa che ho vissuto in parte anche io
qualche capello bianco in piu'...simone irriconoscibile...angiolino... ..
be'' grazie gabriele
mauro rossi
PS ma almeno l'hai scritto che un torneo di calcio l'hai vinto anche tu??????
il primo torneo dei rioni insieme contro tutti.....
Seconda mail
oh
comincio a capire come funziona un blog
da piovuto ti saluto anche qui
dopo averti scritto
ciao mauro
e..bello davvero..
ci sono 19 anni della mia vita
mauro
Terza mail
Certo che i neuroni sono strani..
dopo aver letto in qua e la' il tuo blog me ne sono andato a letto ma
non ho dormito sino alle tre, perche' bolle di memoria mi hanno tenuto sveglio...cose che erano sepolte e che sono arrivate in ordine sparso e le scrivo xche' sono cose belle:
Molina che per noi arenesi era la tradizionale gita estiva in bicicletta a chi arrivava prima a Ciapino(i piu' forti ai 4 venti);
Molina che dal 77 al 96 (ho preso i miei bagagli una sera a mezzanotte e me ne sono andato...e prima avevo pagato il conto aperto al bar....) mi ha sempre abbracciato..mai avuto da ridire con nessuno
e nel mezzo a questi anni...
-una trasferta di calcio a Bargecchia con me in macchina il povero Bio che ascoltava i pink floid-
-il noto braccino corto di Maurizio che accompagna Paolo a una visita x smettere di fumare (100mila lire) e smette lui ,cosi' e' sicuro di aver risparmiato almeno la visita-
-la mia casetta in monte sistemata da tutti quanti (Simone mi toglio' col frullino una pianta di capperi che era l'unica cosa che il propietario aveva a cuore) e meta di tanti primi maggi
-il profumo della schiacciata della Gennj-
-Maria Adele(un abbraccio forte) che mi porta a fare il bagno nella piscina dello Studiati-
-la prima volta che ho visto Piero di Ninetta a cambiare una bombola del gas da Vendico-
-la gita di tanti di voi a trovarmi ad Alba a mangiare il tartufo-
-Ciaccino che sviene prima di una cena dal Bonasera..................-
-Simone che l'ho portato a giocare con me in 3a categoria e da terzino, prima partita, prende palla scarta tutti e fa gol e il mister(Macchia, un armadio) gli da uno scapellotto perche' aveva passato la meta' campo-
_Angiolino tessera numero 2 della Sampdoria-
_Concutelli fratelli Andreotti Rossi Santoni e forse Giorgino . La formazione del Centro storico del torneo rioni che abbiamo vinto.
Mauro
Eccolo lì, nella foto col bimbetto.
Un piovuto ( causa matrimonio, poi conclusosi prima del tempo, con una bella bimba del luogo: l'Antonellina della Maria ) da Arena Metato, e subito ben integrato.
A lui il benvenuto. "Questa terra è la sua terra". Direbbe il poeta.
Dopo aver letto "qua e là" come dice lui, mi ha scritto.
Ecco qui sotto, in corsivo, quello che mi h scritto a più riprese; perchè nulla si censura.
Grande Mauro
e che la vita ti sorrida.
Io gli ho chiesto la foto......
Prima mail
Per caso
una sera su internet mi imbatto nel tuo libricino e nel tuo blog
be' anche se da" piovuto" qualcosa che ho vissuto in parte anche io
qualche capello bianco in piu'...simone irriconoscibile...angiolino...
be'' grazie gabriele
mauro rossi
PS ma almeno l'hai scritto che un torneo di calcio l'hai vinto anche tu??????
il primo torneo dei rioni insieme contro tutti.....
Seconda mail
oh
comincio a capire come funziona un blog
da piovuto ti saluto anche qui
dopo averti scritto
ciao mauro
e..bello davvero..
ci sono 19 anni della mia vita
mauro
Terza mail
Certo che i neuroni sono strani..
dopo aver letto in qua e la' il tuo blog me ne sono andato a letto ma
non ho dormito sino alle tre, perche' bolle di memoria mi hanno tenuto sveglio...cose che erano sepolte e che sono arrivate in ordine sparso e le scrivo xche' sono cose belle:
Molina che per noi arenesi era la tradizionale gita estiva in bicicletta a chi arrivava prima a Ciapino(i piu' forti ai 4 venti);
Molina che dal 77 al 96 (ho preso i miei bagagli una sera a mezzanotte e me ne sono andato...e prima avevo pagato il conto aperto al bar....) mi ha sempre abbracciato..mai avuto da ridire con nessuno
e nel mezzo a questi anni...
-una trasferta di calcio a Bargecchia con me in macchina il povero Bio che ascoltava i pink floid-
-il noto braccino corto di Maurizio che accompagna Paolo a una visita x smettere di fumare (100mila lire) e smette lui ,cosi' e' sicuro di aver risparmiato almeno la visita-
-la mia casetta in monte sistemata da tutti quanti (Simone mi toglio' col frullino una pianta di capperi che era l'unica cosa che il propietario aveva a cuore) e meta di tanti primi maggi
-il profumo della schiacciata della Gennj-
-Maria Adele(un abbraccio forte) che mi porta a fare il bagno nella piscina dello Studiati-
-la prima volta che ho visto Piero di Ninetta a cambiare una bombola del gas da Vendico-
-la gita di tanti di voi a trovarmi ad Alba a mangiare il tartufo-
-Ciaccino che sviene prima di una cena dal Bonasera..................-
-Simone che l'ho portato a giocare con me in 3a categoria e da terzino, prima partita, prende palla scarta tutti e fa gol e il mister(Macchia, un armadio) gli da uno scapellotto perche' aveva passato la meta' campo-
_Angiolino tessera numero 2 della Sampdoria-
_Concutelli fratelli Andreotti Rossi Santoni e forse Giorgino . La formazione del Centro storico del torneo rioni che abbiamo vinto.
Mauro
lunedì 7 gennaio 2013
Giulio
Nella foto Giulio giovanissimo, dietro al mio babbo, ad un torneo di briscola al Circolo. |
G.Giannelli mi ha inviato "una cosa preziosa" ed io non ho resistito a socializzarla.
Roba del 1976. Avevo 18 anni.
Lo ringrazio per il materiale, ma soprattutto per la passione con cui segue Molina mon amour.
Le cose che scrivo, sono dedicate un pochino anche a lui.
Caro Gabriele, fra le parole ascoltate alla presentazione del tuo
libro a S. Giuliano ce ne sono state alcune, in particolare di Anna sul
cd "controllo sociale",che mi hanno fatto tornare in mente qualcosa di
vecchio, di molto vecchio, 36 anni fa o giù di lì", tanto per ripescare
Guccini. E' vero che un paese è importante anche per potersene andare
(omaggio a Pavese), ma poi è vero che è importante anche per poterci
tornare. Penso a quanti lettori di "Molina mon amour" provano e hanno
provato questo... sono, siamo in tanti credo. Il paese insomma è come
una grande madre : dà la vita, accoglie, ma nel suo lato negativo (e
c'è anche quello) a volte è opprimente e può anche soffocare. Molina
di Quosa è un paese così piccolo che se uno ci arriva in macchina da
fuori può anche non accorgersene e andare oltre, ma se ci si ferma e lo
vive dall'interno quel mondo che va dalla Barriera alle Covinelle
diventa un universo che si espande e ingloba tutto, può diventare oasi
di pace e qualche volta anche prigione... c'è un po' di ambivalenza...
sempre dalla Barriera alle Covinelle. Di sicuro tutti i paesi sono
così, il bello però è che i molinesi pensano di essere unici e se poi
altri sono uguali questo non conta nulla, l'obiettività non è proprio
di casa. Quelli che tu chiami "i piovuti" capiscono e non capiscono.
Comunque per chi non è più tanto giovane l'espansione di quell'universo
avviene anche nel tempo, all'indietro, e così le osservazioni di Anna
sul controllo sociale mi riportano dritto dritto agli anni '70 (del
secolo scorso... faccio fatica a dirlo), al "gruppo '76" e a una pagina
del giornalino che facemmo circolare appunto in quell'anno. Il titolo
era "Il controllo sociale... che roba è ? (Dialogo)". Scritto in
molinese, che poi altro non è che la parlata pisana, s'inquadrava in
quel contesto un po' buffo di voglia di smuovere le acque, di
compromesso storico paesano, di vena anticlericale. Ti ricorderai il
clima di partecipazione un po' alla Peppone e don Camillo : il
giornalino era veramente di popolo, quasi tutti i membri del gruppo ci
scrivevano, magari con qualche inevitabile contraddizione. Ti
ricorderai l'alta benedizione del Tonfo e i suoi articoli "urlino tutte
le ingiustizie del mondo", la sede del PCI "gentilmente concessa",
tanto per prendere le distanze, le riunioni sulla Costituzione che si
svolgevano a settimane alterne all'Acli e nella sede famosa in Fondo
Borgo. Benigni era di là da venire e in tanti nel gruppo si impegnavano
in qualche compito e qualche ricerca. C'era inventiva, spontaneità e
ingenuità, voglia di proporsi, critica anche forte e soprattutto
fiducia... forse chi è giovane oggi ne avrebbe bisogno. Ho ritrovato a
fatica quella pagina, magari non più del tutto attuale, te la mando lo
stesso, come un cimelio. Vedi te, potrebbe avere ancora un momento di
vita dalla Barriera alle Covinelle, ovvero nella Parigi della val di
Serchio che tu hai risvegliato.
libro a S. Giuliano ce ne sono state alcune, in particolare di Anna sul
cd "controllo sociale",che mi hanno fatto tornare in mente qualcosa di
vecchio, di molto vecchio, 36 anni fa o giù di lì", tanto per ripescare
Guccini. E' vero che un paese è importante anche per potersene andare
(omaggio a Pavese), ma poi è vero che è importante anche per poterci
tornare. Penso a quanti lettori di "Molina mon amour" provano e hanno
provato questo... sono, siamo in tanti credo. Il paese insomma è come
una grande madre : dà la vita, accoglie, ma nel suo lato negativo (e
c'è anche quello) a volte è opprimente e può anche soffocare. Molina
di Quosa è un paese così piccolo che se uno ci arriva in macchina da
fuori può anche non accorgersene e andare oltre, ma se ci si ferma e lo
vive dall'interno quel mondo che va dalla Barriera alle Covinelle
diventa un universo che si espande e ingloba tutto, può diventare oasi
di pace e qualche volta anche prigione... c'è un po' di ambivalenza...
sempre dalla Barriera alle Covinelle. Di sicuro tutti i paesi sono
così, il bello però è che i molinesi pensano di essere unici e se poi
altri sono uguali questo non conta nulla, l'obiettività non è proprio
di casa. Quelli che tu chiami "i piovuti" capiscono e non capiscono.
Comunque per chi non è più tanto giovane l'espansione di quell'universo
avviene anche nel tempo, all'indietro, e così le osservazioni di Anna
sul controllo sociale mi riportano dritto dritto agli anni '70 (del
secolo scorso... faccio fatica a dirlo), al "gruppo '76" e a una pagina
del giornalino che facemmo circolare appunto in quell'anno. Il titolo
era "Il controllo sociale... che roba è ? (Dialogo)". Scritto in
molinese, che poi altro non è che la parlata pisana, s'inquadrava in
quel contesto un po' buffo di voglia di smuovere le acque, di
compromesso storico paesano, di vena anticlericale. Ti ricorderai il
clima di partecipazione un po' alla Peppone e don Camillo : il
giornalino era veramente di popolo, quasi tutti i membri del gruppo ci
scrivevano, magari con qualche inevitabile contraddizione. Ti
ricorderai l'alta benedizione del Tonfo e i suoi articoli "urlino tutte
le ingiustizie del mondo", la sede del PCI "gentilmente concessa",
tanto per prendere le distanze, le riunioni sulla Costituzione che si
svolgevano a settimane alterne all'Acli e nella sede famosa in Fondo
Borgo. Benigni era di là da venire e in tanti nel gruppo si impegnavano
in qualche compito e qualche ricerca. C'era inventiva, spontaneità e
ingenuità, voglia di proporsi, critica anche forte e soprattutto
fiducia... forse chi è giovane oggi ne avrebbe bisogno. Ho ritrovato a
fatica quella pagina, magari non più del tutto attuale, te la mando lo
stesso, come un cimelio. Vedi te, potrebbe avere ancora un momento di
vita dalla Barriera alle Covinelle, ovvero nella Parigi della val di
Serchio che tu hai risvegliato.
ciao
giulio
giulio
IL CONTROLLO SOCIALE... CHEROBA E' ?
(Dialogo molinese) -Ma te lo sai del controllo sociale
? -Eh ? -Dunque il controllo sociale è... sarebbe... quando la
società controlla. - Ma che società ? -Tutti siamo la società, un
c'è mia bisogno di penzà al'Italia, anche alle Molina c'è la
società. -E dov'è ? -Un pò dappertutto : in piazza, al bar, in
chiesa, nelle ase e delle vorte anche dietro le finestre. - E chi
controlla ? -Eh ! Controlla tutti, anche noi, anche te ! -Ma cosa
vor dì "controlla"? Ti sta a guardà ? -Sì, ti sta a guardà per vedè
se fai le ose ammodo. - E perchè ? Se un le fai ammodo ? -Allora
interviene e ti commina una sanzione. -Via, parla ammodo ! Eppoi
alle Molina un c'è nemmeno 'arabinieri. -Un ce n'è bisogno per la
sanzione he dio io, basta il ridiolo e quarche vorta 'r disprezzo. -
E che ti fa ? E poi osa sarebbe 'r ridiolo ? - Il ridiolo sarebbe
ome se uno andasse a giro olla gravatta sur groppone. -Va bene, ma
ora m'hai fatto perde 'r filo... e 'r controllo...sociale, ome dici te,
a cosa serve ? Cosa ci fa col ridiolo ? -Te lo dio io : serve a fa
andà la gente tutta per lo stesso verso. Dove un importa, purchè vada
tutta per un verso. A quarcuno servirà. -E ni riesce ? -Prima ni
riesciva bene, ora sai le ose sono un po' ambiate, ni riesce meno, ma
ni riesce sempre. -Se ho capito bene te vorresti dì che la gente fa
tante ose per un esse disapprovata da quell'artri. Magari anche quando
la domenia tutta ambiata va alla messa dell'undici. -Eh, sai lì 'r
controllo è più strinto. -Ma ci sarà anche quarcuno 'e ci crede
davvero ! -Diamine ! Ma sai, è un po' tutt'uno. -Ora poi cor
compromesso storio ci va anche tanti omunisti, mia tutti... ma 'nsomma
! -Toh, perchè prima no ! Avevan voglia di scomunialli tanti ! -E
sempre per via der controllo sociale ? Ma allora ome si fa a liberassi
? -Bisognerebbe andà dove un ti onosce nessuno. Controllo sociale
ce n'è poo nelle grandi città per esempio ! Però lì se un ti onoscano
un ti voglian male, ma un ti voglian neanche bene. E poi qui c'è più
verde, è 'n'artra osa ! -E allora oh ! Una soluzione va trovata,
dov'è meglio stà ? -Mah...! Si po' anche sta dove c'è 'r controllo
sociale ... e fregassene !
? -Eh ? -Dunque il controllo sociale è... sarebbe... quando la
società controlla. - Ma che società ? -Tutti siamo la società, un
c'è mia bisogno di penzà al'Italia, anche alle Molina c'è la
società. -E dov'è ? -Un pò dappertutto : in piazza, al bar, in
chiesa, nelle ase e delle vorte anche dietro le finestre. - E chi
controlla ? -Eh ! Controlla tutti, anche noi, anche te ! -Ma cosa
vor dì "controlla"? Ti sta a guardà ? -Sì, ti sta a guardà per vedè
se fai le ose ammodo. - E perchè ? Se un le fai ammodo ? -Allora
interviene e ti commina una sanzione. -Via, parla ammodo ! Eppoi
alle Molina un c'è nemmeno 'arabinieri. -Un ce n'è bisogno per la
sanzione he dio io, basta il ridiolo e quarche vorta 'r disprezzo. -
E che ti fa ? E poi osa sarebbe 'r ridiolo ? - Il ridiolo sarebbe
ome se uno andasse a giro olla gravatta sur groppone. -Va bene, ma
ora m'hai fatto perde 'r filo... e 'r controllo...sociale, ome dici te,
a cosa serve ? Cosa ci fa col ridiolo ? -Te lo dio io : serve a fa
andà la gente tutta per lo stesso verso. Dove un importa, purchè vada
tutta per un verso. A quarcuno servirà. -E ni riesce ? -Prima ni
riesciva bene, ora sai le ose sono un po' ambiate, ni riesce meno, ma
ni riesce sempre. -Se ho capito bene te vorresti dì che la gente fa
tante ose per un esse disapprovata da quell'artri. Magari anche quando
la domenia tutta ambiata va alla messa dell'undici. -Eh, sai lì 'r
controllo è più strinto. -Ma ci sarà anche quarcuno 'e ci crede
davvero ! -Diamine ! Ma sai, è un po' tutt'uno. -Ora poi cor
compromesso storio ci va anche tanti omunisti, mia tutti... ma 'nsomma
! -Toh, perchè prima no ! Avevan voglia di scomunialli tanti ! -E
sempre per via der controllo sociale ? Ma allora ome si fa a liberassi
? -Bisognerebbe andà dove un ti onosce nessuno. Controllo sociale
ce n'è poo nelle grandi città per esempio ! Però lì se un ti onoscano
un ti voglian male, ma un ti voglian neanche bene. E poi qui c'è più
verde, è 'n'artra osa ! -E allora oh ! Una soluzione va trovata,
dov'è meglio stà ? -Mah...! Si po' anche sta dove c'è 'r controllo
sociale ... e fregassene !
giovedì 3 gennaio 2013
Una giornata uggiosa che all'improvviso diventa interessante
2 Gennaio arrivo a Molina in cerca di Angiolino, non lo trovo e tiro dritto fino a Quattro venti.
Solo nel freddo passeggio e guardo giù. Grande momento dedicato a tutti.
Vi ripresento uno scrittino di un po' di tempo fa.
Chiunque percorrendo la via Panoramica, che dal paese di Molina si addentra sul monte pisano, passando in silenzio per i luoghi dell’eccidio della Romagna, si accorge già dai primi chilometri che sta andando incontro ad un posto speciale: Quattro Venti.
E in cima il ristorante “dal Guidotti”, con la pergola e il mondo che pare essersi fermato.
Lì sono sempre andato. Con mio padre e mia madre a fare scampagnate quando ancora non c’era la strada per le auto; con gli amori giovanili o con i compagni di scuola del tempo. Lì ho festeggiato il matrimonio con Giovanna.
Ci vado ogni tanto con Adele, mia figlia. Ci ho portato amici venuti da lontano e ci sono stato stato mille e mille volte con gli amici vicini. Ci sono andato e ci vado da solo, quando devo ritrovare me stesso, perché a volte ci sono momenti nella vita in cui capita di perdersi e i silenzi di questi monti aiutano a capire.
Bellissimo è arrivarci alla fine dell’Autunno, quando il colore delle selve di castagni è struggente, ma anche il verde della Primavera può commuovere.Solo nel freddo passeggio e guardo giù. Grande momento dedicato a tutti.
Vi ripresento uno scrittino di un po' di tempo fa.
Chiunque percorrendo la via Panoramica, che dal paese di Molina si addentra sul monte pisano, passando in silenzio per i luoghi dell’eccidio della Romagna, si accorge già dai primi chilometri che sta andando incontro ad un posto speciale: Quattro Venti.
E in cima il ristorante “dal Guidotti”, con la pergola e il mondo che pare essersi fermato.
Lì sono sempre andato. Con mio padre e mia madre a fare scampagnate quando ancora non c’era la strada per le auto; con gli amori giovanili o con i compagni di scuola del tempo. Lì ho festeggiato il matrimonio con Giovanna.
Ci vado ogni tanto con Adele, mia figlia. Ci ho portato amici venuti da lontano e ci sono stato stato mille e mille volte con gli amici vicini. Ci sono andato e ci vado da solo, quando devo ritrovare me stesso, perché a volte ci sono momenti nella vita in cui capita di perdersi e i silenzi di questi monti aiutano a capire.
Voglio bene a Quattro Venti e mi piaceva parlare spesso con Francone (che oggi non c’è più) il capoccia del ristorante, che lì ha sempre abitato con la famiglia. E prima di lui i suoi antenati.
Franco, mi raccontava storie di Resistenza e di fascisti impauriti e mi diceva di non dire e che si fidava di me.
Ma parlava anche di studenti dell’Università di Pisa che, mandati lassù a rifocillarsi prima della battaglia di Curtatone e Montanara, battezzarono quel luogo, crocevia fra Pisa e Lucca, con un nome rimasto vivo nel tempo, Quattro Venti appunto.
E poi di clienti illustri, comeAdriano Sofri Sofri. E giù battute sui perdigiorno della politica a cui me, allora accumunava; lui severo comunista del tempo che fu.
Quattro Venti è un pezzo di vita di Molina di Quosa. In alto sui monti e a sinistra, come il cuore. Batte il tempo sereno e rassicura, perché sa aspettarti, sempre.
Franco, mi raccontava storie di Resistenza e di fascisti impauriti e mi diceva di non dire e che si fidava di me.
Ma parlava anche di studenti dell’Università di Pisa che, mandati lassù a rifocillarsi prima della battaglia di Curtatone e Montanara, battezzarono quel luogo, crocevia fra Pisa e Lucca, con un nome rimasto vivo nel tempo, Quattro Venti appunto.
E poi di clienti illustri, comeAdriano Sofri Sofri. E giù battute sui perdigiorno della politica a cui me, allora accumunava; lui severo comunista del tempo che fu.
Quattro Venti è un pezzo di vita di Molina di Quosa. In alto sui monti e a sinistra, come il cuore. Batte il tempo sereno e rassicura, perché sa aspettarti, sempre.
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