venerdì 16 dicembre 2011

3 Raccontarello della Domenica: Mi risulta......

Questa storiella è dedicata a Renato il Marchetti e Buino.

Quand'ero piccino i bar a Molina erano tanti. Provo ad elencarli a memoria: in piazza di sotto c'era la botteghina da Bruno, ora ci sono Carletto e Luca; poi la pergolina, prima di Pasquale, poi di Caccole (c'è una foto storica pubblicata sul blog) e alla fine dell'Omone; all'inizio della via Nova (la Panoramica, ora intestata a Pertini) c'era Manlio che vendeva la panna. In piazza di sopra c'era l'Acli, in piazzetta il circolo dell'Arci e il barretto della Giulia di Lana, una donna che ricordo sempre vestita di nero, davanti al tiglio che non c'è più.
Sui ponti  vicino a dove stava Cristo, alla curva stretta, c'era un'altro barretto; poi si arrivava a quello di Ciapino, bellissimo con la ringhierina in prospettiva e sotto la bottega e sopra il ristorante di Santi.
Fondeto, Freghino e dal Guidotti (battezzato Quattro venti dagli studenti universitari pisani, che lì avevano mangiato, prima della partenza per la battaglia di Curtatone e Montanara)  erano vecchie trattorie ristoro.
Freghino credo che ogni tanto apra ancora, Fondeto è andato da tempo, Quattro venti è sopravvissuto al grande Francone, grazie alla Elda e alle figlie Nicoletta e Francesca.
Ma la storia che voglio raccontare riguarda il circolo in piazzetta. CRAL, diceva l'insegna di allora (Circolo Ricreativo Assistenza Lavoratori) associazione fondata dai socialisti e i comunisti nel dopoguerra, per permettere a quella classe sociale portata alla dignità dalla lotta di Liberazione, di avere i suoi luoghi di svago e di intrattenimento. I CRAL con gli anni, sono poi stati riuniti nell'Arci, associazione culturale storica della Sinistra. Oggi il circolo molinese resiste ed è punto di riferimento della vita sociale del paese, grazie all'impegno di alcuni eroi; ne cito uno per tutti sicuro di  non fare torto a nessuno: Angiolino Bernardi, il presidente.
Ma il mio racconto parte da lontano.
Anni sessanta; il circolo è poco frequentato. La maggior parte dei molinesi vanno ai bar in piazza di sotto.
Al CRAL continuano ad andare solo alcuni irriducibili. Tutti rigorosamente comunisti o socialisti, usciti dalle ferite della guerra. In quel periodo il Presidente del circolo è il Marchetti, marito della Mary, figliola del Morino ( migrato in Galifornia, con la g come lui diceva e ritornato a casa). La figliola del Marchetti è la Laura, mamma di Simone e moglie del Pilli, figliolo di Sandrino il vinaio sul rio.
Il Marchetti era un'autorità: comunista, operaio, persona seria e rispettata.
Durante una riunione del Consiglio del Circolo di cui faceva parte anche Francesco Paolini calzolaio, detto Buino, segretario del Partito Comunista, viene fuori la questione che la dispensiera aveva una tresca con un avventore; quest'ultimo aveva l'abitudine di andare al circolo la sera verso le sette, quando non c'era nessuno e consumare le sue passioni d'amore con la barrista, appoggiandola letteralmente con la pancia sul bancone e consentendo a lei, durante l'accoppiamento (una sveltina velocissima), di vigilare tenendo la testa girata verso la porta d'entrata, senza nessuna fatica. A quell'ora nessuno andava al bar e tutto era sempre filato liscio e poi se qualcuno si fosse presentato, c'era tutto il tempo per il "cavaliere", di ritrarsi, ricomporsi senza fretta e semmai ripiegare in bagno, attraverso la porticina subito a sinistra del bancone.
 I due amanti però avevano sottovalutato il fatto che le finestre del circolo, anzi le serrande delle finestre, avevano delle feritoie che permettevano di poter vedere tutto quello che accadeva all'interno. E una della finestre e dirimpetto al ba ncone, come ora.
Qualcuno ( nei paesi c'è sempre chi di mestiere  non si fa mai i fatti suoi)  aveva capito la tresca e dopo aver studiato le mosse  degli amanti, ne godeva  le scene d'amore affacciato alle feritoie; comodo come al cinema o in un palchetto a teatro. Il guardone però non si era accontentato dello spettacolo (ahilui) gratis  ma aveva anche raccontato in giro la cosa ( forte del fatto, che annovera molti sciocchi, che se non lo racconti è come se non l'avessi fatto), per cui alla serranda della finestra s'era fatta la fila; e la cosa era diventata di dominio pubblico.
Fu allora riunito  d'urgenza  il consiglio del circolo che, dopo aver biasimato l'accaduto (i comunisti usciti dal dopoguerra erano moralisti più dei preti), prese la decisione solenne con tanto di verbale scritto, che il Presidente Marchetti  avrebbe dovuto comunicare alla dispensiera che "quella cosa" doveva finire.
-"Va bebe, lo faccio io, ma cosa gli dico?"- disse il Marchetti preoccupato.
-"Sono affari tuoi "-rispose Buino.
 "Il Presidente sei te e questa "vergogna" non può essere tollerata dal Partito. Fai la tua parte!"- E Buino era uno che sapeva come si davano gli ordini politici, essendo il segretario del Partito.
Il Marchetti si rimuginò tutta la notte nel letto convinto che quello che gli avevano dato era un compito scabroso. Maledisse il ruolo di Presidente a cui tanto teneva, ma si convinse che il lavoro andava fatto senza tanti giri di parole. E così fu. Il giorno dopo tornato dal lavoro, si fece coraggio e andò al circolo; appena entrato vide la  dispensiera sola dietro il bancone; la stanza era vuota.....  raccolse tutte le energie, gonfiò il petto e disse tutto d'un fiato -"Mi risulta che qui si tromba, meglio smettere e....... alla sveltina!!!!"
Poi girò i tacchi e torno a casa soddisfatto. Aveva fatto la sua parte, autorevole e senza tanti giri di parole.
La dispensiera lo guardo attonita e senza parole....quasi senza capire, continuando a lavare i bicchieri.
La sera dopo cena, il Marchetti tornò al bar come se niente fosse accaduto.La dispensiera lo salutò come sempre, gli fece il corretto al rumme e tutto fini lì.
Le chiacchiere raccontano che nessuno abbia mai smesso di fare niente, ma questa è un'altra storia che non ci interessa.
Le serrande con le grate mi pare abbiano resistito a tutti questi anni.......
Provate a vedere.
Serranda finestra del Circolino. Foto 24 12 11
E' così...

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