mercoledì 28 novembre 2012

Un librino per Molina

 C'è un librino piccolino
che vuol farsi accarezzare
tienilo con te vicino
leggi, fatti coccolare.
Del paese di Molina,
del suo popolo racconta
perchè solo i popolani
hanno già la frase pronta.
Lo scrittore è un dilettante,
ne fa una ne fa tante,
può esser Sindaco o Giullare
l'importante è esagerare.
Ogni tanto fa casino
passan gli anni ma è un bambino,
prendilo così com'è
può far ridere anche te.


http://www.dariodanti.it/blog.php?view=4834


Filastrocca dell'acqua di tutti

Scritta da Viola (la figlia) e Alberto (prof. Vannucci, il babbo).
Quest'ultimo sarà con me, Sabato a Molina.

Viva l'acqua che è di tutti
lava i visi belli e brutti
lava i piedi e anche le mani
di tutti gli esseri umani.

Viva l'acqua che è comune
e tirando su la fune
sale l'acqua su dal pozzo
così bevi se hai il singhiozzo.

Viva l'acqua che disseta
scorre liscia come seta
dalla bocca fino a lì
dove poi... si fa pipì.

Viva l'acqua che solleva
chiunque ha sete e se la beva
di sorgente o rubinetto
è anche meglio del chinotto!

Viva l'acqua che è preziosa
più di ogni altra cosa
può valer più d'un diamante
e non deve costar niente.

Viva l'acqua che è di tutti
bimbi, piante, rospi e gatti
dei giganti e dei serpenti
tutti gli esseri viventi.

lunedì 26 novembre 2012

domenica 18 novembre 2012

Spot del librino....fatto!!!

Grazie al cinema Arsenale
Ora non ci resta che aspettare la presentazione a dicembre, al circolo Arci, in piazzetta.
Arriverà invito ufficiale
Le letture dei racconti saranno fatte da Simone Gabbriellini.
Saranno presenti anche Angiolino Bernardi e Marrico Roventini. che qualcosa faranno
Oltre a Greta (Simonetta Della Croce).
Le musiche se mai ci saranno le piazza Carlo il Boccacci.
https://www.youtube.com/watch?v=k9xDI9yGxmc

mercoledì 14 novembre 2012

Si riprova...

... a girare lo spot al circolo, dove quest'omino qui sotto è presidente e si spera possa fare una parte.
Domenica mattina 18 novembre, dalle nove e mezzo in poi.


Angiolo
 
 
 
Ecco qui sotto, in anteprima, le foto della regista e degli attori.
 
Simonetta
Marrico
Simone
 

domenica 11 novembre 2012

Serchio, passa la piena passa.


I licaoni

Mi hanno richiesto di mettere in prima linea questa storia.
E siccome son passati tanti anni.
Eccola.


 

Qualcuno mi ha chiesto di raccontare la storia dei licaoni.
Ricordate i licaoni , lo sci-club e la Polisportiva Molinese?
Quante risate.... e quante litigate. Ci "guastammo" forte e con qualcuno rompemmo amicizie cariche d'affetto. Ma così fu, purtroppo. Era la metà degli anni ottanta circa.
Ripensata oggi quella vicenda a quasi trent'anni di distanza, non mi piace raccontarla e non la racconterò.
Chi la sa, la sa. Chi non la conosce, meglio così, non perde niente.
Fccio solo qualche considerazione.
La politica, l'unica cosa per la quale potrei davvero scontrarmi con forza, quando devo affermare idee nelle quali credo fortemente, non c'entrava nulla. Pensate un po'.
Fu una storia di poco conto, che divise su cose futili e non fece bene a Molina. Oggi lo posso dire con cognizione di causa. E se non fosse accaduta, sarebbe stato meglio anche per il futuro della Polisportiva ( si trattò appunto di una discussione in seno allo sci-club della polisportiva molinese), indipendentemente da dove stava la ragione, che si sa, non è mai tutta dalla stessa parte.
Allora ero molto manicheo e non tolleravo imposizioni (che pensavo di aver subito), altri erano come me, convinti di non darla vinta a nessuno. Molti ci rimasero in mezzo. Chi intendeva "imporci qualcosa",i comandanti di allora, dal loro punto di vista lo facevano di certo, per il bene del paese, almeno così continuo a sperare; ma secondo me ( e quella allora, non fu solo la mia opinione) con metodo sbagliato e poco coinvolgente.Ci scontrammo rimanendo alla sfera dell'invettiva, come se in palio ci fosse chissà cosa.....Un duello....
Vista oggi, fatico a riconoscerne le ragioni di fondo.
Certamente io reagii con la veemenza che mi ha sempre contraddistinto e "aggregai contro", inventando con altri fra cui spiccava Leandro del Sega,i mitici licaoni; un po' per ironia (erano i mitici animali che attaccavano in branco) e un po' per fare incazzare i nostri antagonisti.
Nel corso del tempo, con molti di quelli con cui discussi, ho avuto modo di chiarirmi.Con alcuni dopo pochi giorni, con altri dopo mesi. Con altri ancora non ho più ricomposto la frattura e mi dispiace. Ma sono quasi passati trent'anni, allora ne avevo sì e no venticinque e oggi ne ho più del doppio; e anche con chi non mi sono mai chiarito, ora allungo la mano per stringergliela, con un atto di pacificazione unilaterale, che non obbliga alla reciprocità.
Perchè come dice il poeta:"il tempo e l'età aiutano a cercare la pace". Io l'ho trovata da un po' e di "nemici" non ho più bisogno, nemmeno in politica, figuratevi un po'.
E pensieri cari a chi di quella storia fece parte e non c'è più e lunga vita a chi c'é ancora.
E un ricordo particolare ad Alberto il Bucchioni, che lavorando in Madagascar e parlandocene ( prometteva tutte le volte a Rampola che quando sarebbe tornato la volta dopo, gli avrebbe portato, un maschio), ci ispirò la scelta dei licaoni.
La Susi mi ha ricordato ( e io lo scrivo) che il suo babbo, oltre che il licaone a Rampola, prometteva ai più vecchi anche una polverina... una sorte di viagra africano, che avrebbe fatto vedere le stelline.....E tutti a chiederlo e lui a prometterlo....
Chissà se a qualcuno è toccato.

martedì 6 novembre 2012

EDIZIONE STRAORDINARIA


Domenica mattina 11 Novembre, alle 10 (più o meno) al Circolino dell'ARCI in Piazza di Sopra,
sarà girato uno spot pubblicitario,
con affermati attori locali e una regista nostrana.
Vi aspettiamo.

lunedì 5 novembre 2012

Marrico

Chi non ricorda il primo giorno delle elementari?
1964, in una classe stretta stretta, la maestra Redini sistemò nei banchi una brancata di bimbette infiocchettate, una più bella dell'altra e pochi maschi, spettinati e impauriti.
Le bimbe all'apparenza erano molto più preparate all'evento.
Presi posto incuriosito, infilando la cartella verde, sotto il bancone di legno; il mio compagno seduto accanto, si guardava in giro spaurito, quasi dovessimo iniziare un viaggio sulla luna.
Gli misi una mano sulla spalla.
Ancora oggi, che sono passati quasi cinquant'anni, quando lo incontro sento la voglia di abbracciarlo.

Marrico Roventini

domenica 4 novembre 2012

4 venti


 Ho risistemato una cosa scritta per Quattro Venti, un po' di tempo fa.
Da sinistra, Francone, il Fava, il Toro e accucciato, Luciano, fratello di Franco.
 

Chiunque percorrendo la via Panoramica, che dal paese di Molina si addentra sul monte pisano, passando in silenzio per i luoghi dell’eccidio della Romagna,  si accorge già dai primi chilometri che sta andando incontro ad un posto speciale: Quattro Venti.
E in cima il ristorante “dal Guidotti”, con la pergola e il mondo che pare essersi fermato.
Lì sono sempre andato. Con mio padre e mia madre a fare scampagnate quando ancora non c’era la strada per le auto; con gli amori giovanili o con i compagni di scuola del tempo. Lì ho festeggiato il matrimonio con Giovanna.
Ci vado ogni tanto con Adele, mia figlia. Ci ho portato amici venuti da lontano e ci sono stato stato mille e mille volte con gli amici vicini. Ci sono andato e ci vado da solo, quando devo ritrovare me stesso, perché a volte ci sono momenti nella vita in cui capita di perdersi e i silenzi di questi monti aiutano a capire.
Bellissimo è arrivarci  alla fine dell’Autunno, quando il colore delle selve di castagni è struggente, ma anche il verde della Primavera può commuovere.

Voglio bene a Quattro Venti e mi piaceva parlare spesso con Francone (che oggi non c’è più) il capoccia del ristorante, che lì ha sempre abitato con la famiglia. E prima di lui i suoi antenati.
Franco, mi raccontava storie di Resistenza e di fascisti impauriti e mi diceva di non dire e che si fidava di me.
Ma parlava  anche di studenti dell’Università di Pisa che, mandati lassù a rifocillarsi prima della battaglia di Curtatone e Montanara, battezzarono quel luogo, crocevia fra Pisa e Lucca, con un nome rimasto vivo nel tempo, Quattro Venti appunto.
E poi di clienti illustri: D’Alema,  Mussi,  Di Donato, giovani studenti della Normale a Pisa e Adriano Sofri Sofri. E giù battute sui perdigiorno della politica a cui me, allora accumunava; lui severo comunista del tempo che fu.
Quattro Venti è un pezzo di vita di Molina di Quosa. In alto sui monti e a sinistra, come il cuore. Batte il tempo sereno e rassicura, perché sa  aspettarti, sempre.

 All’oste Franco Guidotti, è dedicata la  filastrocca.
Francone porta il pane

sotto il braccio sudato

ci versa il vino rosso

 e taglia l’affettato;

Ritorna con la zuppa

di cavolo e cipolla

e la salsiccia nera

bruciata sulla griglia.

Ride mentre racconta

storia d’antifascismo

impreca si tormenta

s’arruffa con cipiglio.

Ed io sto ad ascoltarlo

seguendo i suoi commenti,

mi sento come a casa

qui siamo a Quattro venti.

Auguri

Lo so che usare il blog per fare gli auguri può apparire smodato;
ma siccome i cellulari non prendono, faccio un'eccezione
e mando gli auguri alla mia  unica sorella..... "di latte".
gabriele

venerdì 2 novembre 2012

2 Novembre



A me capita di passarci al cimitero. A caso, senza aver mai programmato.
E quando sono lì, da solo e nel silenzio, mi muovo piano fra le tombe, partendo sempre da quella di mio padre. E cerco volti noti e "fattarelli", nelle foto sulle lapidi e a volte ci scappa la risata, altre volte una fotografia.
E' così, fotografare tombe mi lega al mio paese, alla storia di queste terre.
E quando si fa ora di tornare è sempre più tardi di quello che pensavo.
Oggi non andrò, c'è troppa gente, meglio domani...
g