Udite, udite, è il tempo di una
storia
fantasticante.
Ho ritrovato alcuni scritti di gioventù. Parlano di
un Venusiano
che, giunto in un paese del lungomonte sangiulianese alla periferia
di una città con la torre storta, si innamorò del fresco dei suoi platani e
convinse il pittore del luogo, certo Ciccillo Timpano, a numerare gli scalini
della piazza, dove i nullafacenti o meglio i "poeti del lavoro dolce" prendevano
posto per discutere di tutto e niente. Mentre un cocomero ghiacciava sereno
sotto la fonte, pronto per essere sgranato verso sera, prima dei fuochi
d'artificio.
Perchè in quel paese lì, i fuochi d'artificio allora, si
facevano tutte le sere.
Astriflus (figlio di Altersclofius, capostipite di una generazione di venusiani esploratori -curiosi e portatori di sentimento di bellezza e pace), questo era il nome del venusiano,
capì che quella era la sua vita e si fermò.
Io diventai suo discepolo,
"del nulla" e del lavoro dolce. Della pace e della bellezza.
Appresi il gusto dell'ozio e del fantasticare. Ma anche del rimuginar pensieroso e con garbo.
Poi una mattina nessuno lo incontrò, e
siccome non dormiva, non poteva essere rimasto a letto.
Se n'era
andato. Trovai un segno inequivocabile sotto i platani, al posto segnato col
numero 3, dove sedeva di solito.Una manina disegnata con un gessetto rosso. Era
un arrivederci sicuro.
Ma a quando....
In questi giorni,
dopo quarant'anni di attesa, ha rimandato segnali e presto ne sentiremo
parlare.
Quali segnali direte voi?????
Troppi steccolini di
ghiacciolo lasciati in giro, nel pieno dell'Inverno. E lui mangiava solo
quelli, all'arancio.
Sono certo di non sbagliarmi: Astriflus il Venusiano
è tornato.
Speriamo porti consigli come tanti
anni fa.
Pechè nella periferia dell'impero non si è smesso di chiacchierare
sulle piazze e quella è la bellezza..