Sono molto legato a Quattro Venti, "dal Guidotti"; ci ho fatto anche il pranzo del mio matrimonio.
Ci sono sempre andato come molti, fin da ragazzo; prima che "il piano Fanfani" facesse la strada.
Ci andavo a benedire con don Ilio (l'ho fatte proprio tutte).
Ci sono andato in tutti i periodi della mia vita. Ho memoria che insieme ad altri ero lì a cena la sera che ci fu il terremoto in Friuli, era il 1977; e molte altre volte.
Ci ho portato tutte le mie fidanzate e ci facevo il pranzo con la mia classe, ad ogni fine anno scolastico.
Ci sono andato quando contavo "qualcosa" in questo comune. Ci vado ora che 'un conto nulla. Senza dire niente a nessuno, arrivo lassù, passeggio, mi guardo intorno e torno giù.
Fare questo d'inverno, quando è freddo e c'è il sole, mi fa tornare ragazzo.
Ci ho portato gli amici lontani e stato mille volte con quelli vicini.
Voglio bene a 4 Venti. Francone non c'è più; lui mi raccontava storie di Resistenza e di fascisti.
Mi raccontava che "il Guidotti" aveva preso il nome "4 Venti", perchè battezzato dagli studenti pisani, che erano stati mandati lì a rifocillarsi nel 1848, prima della battaglia di Curtatone e Montanara. Dormivano nelle tende ai Pianoni.
Mi parlava delle cene di Mussi, D'Alema e Di Donato.
E di Sofri.
4 venti è un pezzo di cuore di Molina e le figlie di Franco e la Elda che lo tengono in vita, meritano un bacio.
Anni fa, facevo ancora il capofai, dopo un pranzo invitato da Franco, tornai in comune e scrissi una rimetta. L'ho ritrovata per caso e risistemata.
Eccola.
Francone porta il pane
sotto il braccio sudato
ci versa vino rosso
e taglia l'affettato
Ritorna con la zuppa
di cavolo e cipolla
e la salsiccia nera
bruciata sulla griglia
Ride mentre racconta
storie d'antifascismo
impreca si sgomenta
s'arruffa con cipiglio
Ed io sto ad ascoltarlo
seguendo i suoi cimenti
mi sento come a casa
qui siamo ai 4 Venti.
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